One World - Island ILPS 9492

1 Mar 1978
Il Mucchio Selvaggio
Massimo Stefani
John Martyn

Titolo: One World
Etichetta: Island ILPS 9492
cover
Eccomi ancora a parlare di «rock inglese» con John Martyn dopo Bert Jansch sul numero uno1 e John Renbourn sul numero quattro2. Chitarrista inglese, Martyn fa parte di quella stessa corrente di cantanti e musicisti che ha partorito Davey Graham (teorico della conciliazione tra folk, jazz e musica classica), Bert Jansch e John Renbourn (ambedue colonne dei Pentangle. Andrea3 sta preparando sul secondo un articolo) e Martin Carthy (animatore degli Steeleye Span e fedele sopratutto al materiale popolare inglese). Inizia, ad incidere nel '67 e del suo primo breve periodo acustico segnalo, «The Tumbler».

Ha poi un incontro non molto felice con Beverley e dalla loro collaborazione nascono due dischi non molto interessanti. Dopo questa breve esperienza, Martyn torna ad incidere da solo ed in tre anni fa uscire i suoi tre capolavori. II primo è «Bless The Weather» del 71. II fatto decisivo di questo periodo è la collaborazione stabile di Danny Thompson, contrabassista estremamente sensibile il cui contributo alla musica di John sarà notevolissimo. Le sonorità espresse dalla fusione tra il suo contrabasso e la chitarra acustica di Martyn sono probabilmente tra le cose migliori che la musica inglese abbia espresso in questi ultimi anni. L'uso di una batteria dai toni jazzistici dà il tocco finale nel consolidare un'atmosfera sempre più rarefatta.

Nel '73 esce «Solid Air». Quì la voce è ancora più nettamente sperimentale e lacerata, a volte con la grinta del povero Buckley. Quà e là l'uso dei sassofono e del vibrafono sottolineano la crescente spazialità della musica. Siamo ormai lontani dal primo Martyn «folk singer».

Sempre nel '73 esce «Inside Out» forse l'album migliore in assoluto. Tra i collaboratori è anche Steve Winwood, mentre la chitarra di Martyn, a tratti, riecheggia quella di John McLaughlin nel lato acustico di «My Goal's Beyond». Una nota anche per la sua poesia. I suoi testi sono sempre più legati alla musica in rapide immagini e rime illuminanti. Il tema ricorrente dello amore è qualcosa di mistico più che di intimista. Le sue canzoni sono un pò come delle preghiere, degli urli per la pace.

Con «Sunday's Child» del '74 Martyn torna all'antico. Il disco pur essendo molto bello mi sembra privo di quegli sbalzi geniali che avevano segnato il precedente periodo. Poco dice anche un successivo album mezzo clandestino che nelle intenzioni di Martyn e Thompson doveva essere rarissimo ma che poi si trovava ovunque. Eccoci finalmente arrivati a parlare di questo nuovo disco di John, premettendo che la parte iniziale di questa recensione è un sunto di un articolo di Andrea3 apparso su un vecchissimo numero di «Suono/ Music Box» (46).

Questo «One World» non mi sembra all'altezza dei suoi lavori migliori. Tra i session-men sono presenti Danny Thompson, Dave Pegg, Steve Winwood, ma loro presenza è quanto mai negativa. In particolare quella di Winwood che con i suoi effetti elettronici è quasi sempre fuori posto.

Bella l'iniziale «Couldn't Love You More». Notevolmente brutta «Certain Surprise» nella quale la batteria di Bruce Rowlands mi ricorda quegli organi elettronici con la base ritmica preregistrata. Fuori luogo anche un trombone. Decisamente brutta anche la lunga «Small Hours». Otto minuti e più con Winwood al moog ed all'organo Yamaha.

Sulla seconda facciata qualcosa di migliore come «One World» e «Smiling Stranger» non basta a sollevare questo album. Tenete a mente «Bless The Weather», «Solid Air» e «Inside Out» se volete conoscere John Martyn.

MASSIMO STEFANI

sitenotes:
1 October 1977.
2 January 1978.
3 Andrea Carpi, early collaborator.
This must be the only review being negative about One World in general and Small Hours in particular. Stefani is one of the founding editors of the magazine.
This review was published in the Albums section of issue 6, page 30 and 31. The issue had a map of California on the cover and originally cost 700 lire.
Il Mucchio Selvaggio was a Rome based magazine that existed from October 1977 through June 2018. In 1980 part of the staff took off to start Il Buscadero.

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