Alla notizia, giunta nei mesi scorsi, che a John Martyn era stato assegnato il Lifetime Achievement Award,1 prestigioso riconoscimento istituzionale, per il complesso delle opere, non tanto sorpresi abbiamo salutato l'evento come il più naturale e meritato dei premi. Il quadruplo box oggi reso disponibile con una pesca preziosa negli archivi è il tragitto tra le produzioni di tutto questo arco di tempo, anticipato con una scheggia particolarmente gradita che lambisce gli esordi assoluti, datati 1967.
Il ventaglio dispone di sessantuno brani e per cogliere interamente l'importanza dell'operazione, tutt'altro che nostalgica, anzi vivissima di una scalpitante, generosa, sensazionale attualità, basti il rapido calcolo degli inediti, che sono addirittura trentasette, con ampia rappresentanza di live ricavati in parte dai tesori custoditi alla BBC. E se una critica possiamo farla subito (le note di copertina richiedevano un maggiore approfondimento, con i dati essenziali su musicisti, registrazioni, tempi e riferimenti, mentre vi si sorvola con ingiustificata leggerezza), va pure detto che l'ascolto di circa cinque ore dall'universo dell'artista costituisce un'esperienza formidabile, un tuffo tra le virtù di un personaggio troppo a lungo sottovalutato.
Forse dimenticato, rimasto ai margini del suo stesso ambiente per ragioni di un carattere ad alti e bassi, per certi spigoli che solo il canto e la composizione riuscivano a mettere nel giusto rilievo, Martyn grazie alla visione completa della sua traiettoria espressiva si ripropone oggi come un gigante della musica d'Oltremanica, capace di volare ben più alto, sulle ali di una raffinatissima complessità, delle normali rotte di tanti amici cantautori.
Sempre rimasto defilato rispetto alla generazione dei folksinger emersi alla metà degli anni 60 -il novero dei Donovan, John Renbourn, Bert Jansch, Roy Harper, Ralph McTell- da quei colleghi Martyn si è distanziato per la nobiltà del profilo di compositore e di performer, inanellando suggestioni a catena, con alcune vette sublimi qui ben antologizzate e offerte con eccellente resa rispetto agli antichi vinili.
I primi dieci anni di attività, concentrati nel primo cd, sono i più spiazzanti: una lunga, distesa sequenza di vocalità e disegni visionari in cui si mescolano i richiami e le aperture, per un suono aperto, spalancato sulle meraviglie del mondo. Non ci sono solo le vette di due album come Solid Air e Inside Out, non a caso usciti nello stesso anno di grazia, il 1973, ma anche estratti da lavori che andrebbero riscoperti con cura, The Tumbler e Bless The Weather, mentre una scheggia si ricava anche dal periodo insieme alla moglie Beverley.
E se gli anni 80, una lunga stagione di transizione di cui si ricordano lp facoltativi per la Warner e la contiguità artistico-personale con Phil Collins, o i 90, spesi tra complicanze di salute e tentativi di resurrezione, vengono qui passati in rassegna senza soffermarsi troppo, ampia, piena soddisfazione rilascia invece l'ascolto dei due cd che documentano l'impegno dal vivo di John Martyn: il suo spirito libero, mai contagiato dalla routine e dalla banalità, emerge da frammenti di concerti in cui versioni dilatate raccontano del piacere dell'elaborazione dei temi, del furore creativo all'acme dell'improvvisazione.
Spiace non saperne di più su quelle registrazioni e dei compagni di avventura: ricaviamo solo che nella traccia finale, Over The Hill (2008), al mandolino compare John Paul Jones (Led Zeppelin). Un po' poco per un box che è il giusto omaggio tributato a un monumento...
Martyn, le cui compromesse condizioni di salute consentono di viaggiare poco e in condizioni disagevoli, potrebbe tornare in Italia per qualche concerto nei primi mesi del 2009.2 Le ultime apparizioni in patria lo segnalano sempre efficacissimo e geniale, alle prese con l'esecuzione integrale del capolavoro Solid Air e un'antologia, soprattutto legata alla prima fase della carriera. Attendiamo fiduciosamente.
Enzo Gentile
sitenotes:
1 John was presented with a Lifetime Achievement Award at the BBC Radio 2 Folk Awards show on Monday 4 February 2008. Phil Collins presented it.
2 In hindsight a tragical remark.
This review was part of a diptych including a one page interview. It was published in Jam | Viaggio Nelle Musica, Anno XV, Numero 153 with streetdate November 2008. Jam is a monthly based in Milan. The original copy had Marianne Faithfull on the cover and cost 5 euro.