Follia e Sagezza

Antonio Lodetti
Jam
Follia e Sagezza
John Martyn racconta la sua vita artistica ai margini

La sua musica e la sua storia sono state definite «larger than life»; in lingua corrente significa che ha abbattuto tutte le barriere stilistiche e che ne ha combinate di cotte e di crude. John Martyn è un chitarrista e autore di culto che più di culto non si può (uno dei primi artisti britannici a impadronirsi delle trame liriche del jazz fondendole con il folk) e un sessantenne malato e seriamente provato dalla vita. Un artista oggi snobbato dal mondo musicale plastificato, che nel tempo ha seminato perle indimenticabili come Solid Air, tributo all'amico Nick Drake, passando per le incursioni elettroniche di The Apprentice e il sinuoso cocktail di quattro anni fa, On The Cobbles, in cui aggiunge agli afflati acustici del passato, l'elettronica e poi i flauti e i mandolini e il blues e il trip-hop in uno spiazzante e affascinante amalgama. Martyn non molla: nonostante gli alti e bassi fisici (gli è stata amputata la gamba sinistra),1 le depressioni, le crisi, continua ad andare in tournée, sta preparando un nuovo album e soprattutto ha approntato Ain't No Saint, quadruplo cofanetto che fa rivivere la sua gloriosa carriera attraverso brani storici, canzoni poco note, esecuzioni particolari e moltissimi pezzi dal vivo (vedi pagina a fianco, ndr2).

playing the guitar
Con questo cd hai voluto regalare una parte intima di te ai fan?
«Tutto quello che faccio lo faccio alla luce del sole. Non ho segreti, ma soprattutto le mie canzoni esprimono me stesso. Musicalmente ho sempre cercato di costruire un universo personale che avesse una impronta unica pur nutrendosi di stili differenti. I testi riflettono quello che provo nella mia vita, anche se spesso ho cercato di esorcizzare i problemi attraverso la favola e la metafora.»

Nostalgia del passato?
«Della gioventù in senso astratto, ma chi non ce l'ha? Dei tempi in cui il fisico reagiva in un altro modo, sì, ma il cervello grazie a Dio è sempre lo stesso, con il giusto tasso di follia e di saggezza.»

Eppure nei hai combinate di tutti i colori tra droga e alcol.
«La mia regola è sempre stata: non avere regole. Le regole sono fatte per essere infrante. L'ho fatto nella mia vita quotidiana, ho sempre esagerato in tutto, ma anche nel mio stile musicale. Il primo disco, London Conversation, era un album folk non diverso da molti altri. Poi ho capito che il folk andava arricchito con mille spezie, senza perderne l'essenza, e anche lì ho calcato la mano. Mi definisco un minimalista esagerato. Le mie canzoni sono intime, ma ricche di profumi e fantasia, per questo ho sempre voluto vicino artisti come Danny Thompson, Levon Helm di The Band, il flautista Harold McNair, i Fairport Convention...»

«Nel cofanetto c'è tutto me stesso: esuberanza, pazzia, rabbia, gioia»

Stilisticamente sei molto originale e fuori da tutti i parametri. Come te forse c'era solo Tim Buckley.
«Anche Buckley non aveva regole e seguiva soltanto il suo istinto. Oggi si parla tanto di omologazione, ma già negli anni 60 e 70 tutti seguivano certi stilemi obbligati, chi il blues, chi il jazz, chi il folk. Eravamo in pochi a cercare strade alternative.»

Tu da dove sei partito?
«Dal Surrey sono andato a respirare l'aria di Londra e lì ho scoperto un mondo nuovo, un fermento terrificante, il blues che arrivava dall'America e passava dalle mani di Alexis Korner, Elton Dean, Dick Heckstall-Smith. Ma il mio vero maestro è sconosciuto quasi a tutti ed è Hamish Imlach, un chitarrista straordinario. Come tanti rocker hanno imparato da bluesmen dimenticati come Tommy Johnson3 o Peetie Wheatstraw,4 io ho avuto il mio prezioso alleato in Imlach. E la duttilità, la voglia di guardare e annusare ovunque l'ho imparata dai miei genitori che erano cantanti d'opera.»

Sei andato anche in Giamaica a 'studiare' il reggae.
«Vacanza e apprendimento. Più o meno nel 1977 andai in Giamaica e passai molto tempo con Lee Scratch Perry. Il reggae oltre al ritmo è anche una filosofia di vita.»

Molti ti apparentano anche a Nick Drake.
«Nick era veramente un ragazzo tormentato, la vita gli stava stretta e ha dovuto liberarsene. Io ho passato momenti orribili, sono spesso depresso, ma in fondo, molto in fondo, ho uno spirito ironico, oppure qualcosa -chiamatelo cinismo o tocco di grazia- che mi fa risalire la corrente e venir fuori dalle crisi. Certo le canzoni di Nick, come le mie, sono spesso molto profonde e anche scomode.»

Ti accusano di esserti autodistrutto.
«Sono ancora qui. Voglio vivere e il tempo non mi basta, vorrei avere sette vite come i gatti o la giornata di quarantotto ore per fare tutto ciò che desidero.»

Quanto c'è di tuo in questo cofanetto?
«Tutto John Martyn. La sua esuberanza, la sua pazzia, la sua carica, la sua rabbia, la sua gioia. Quello che vi piace e che non vi piace.»

Però stai lavorando a un nuovo cd?
«Sì, sto scrivendo molto. Ho ripreso a pieno ritmo anche con i tour. Ho tante cose da dire, tante nuove idee da assemblare partendo dalla mia chitarra acustica. E poi devo raccontare le mie ultime esperienze personali: ovvero come uscire dalla crisi dopo una malattia dolorosa che ha rischiato di non farmi essere più qui.»

Per dischi come One World del 1977 sei stato definito uno dei padri del trip-hop.
«Sono un chitarrista acustico, nato dal folk e dal blues, che ha il vizio di esplorare nuove vie con poca diplomazia e molta sensibilità.»

Antonio Lodetti


sitenotes:
1 Nope. Definitely was his right leg.
2 Nota del Redattore, Editor's note.
3 Tommy Johnson (1896-1956), American delta blues singer and guitarist. First one to claim having sold his soul to the devil at a crossroads.
4 Peetie Wheatstraw (1902-1941), stagename for William Bunch and influential American blues singer from the thirties.
It is unclear where and when this interview was conducted but it is among the last ones that were held. It is part of a diptych including a review of Ain't No Saint, and was published in Jam | Viaggio Nelle Musica, Anno XV, Numero 153 with streetdate November 2008. Jam is a monthly based in Milan. The original copy had Marianne Faithfull on the cover and cost 5 euro.

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